Oggi intervistiamo Maria Letizia Gorga, la nostra docente di Dizione e di Lettura in versi qui in Action Academy in occasione dell’uscita del suo manuale di dizione La voce aperta, viaggio nell’universo della voce parlata, Capire Edizioni.
Maria Letizia, Attrice e cantante, hai lavorato con grandi interpreti della storia del teatro e del cinema italiano ed internazionale da Anatolj Vassiliev a Giorgio Albertazzi fino a Paolo Sorrentino. Riesci a sintetizzare le loro personalità sia artistiche che umane con 3 parole per ciascuno di loro?
Vassilev: Maestro d’Arte e di vita;
Albertazzi: geniale affabulatore e prezioso amico;
Sorrentino: Poeta visionario e dissacrante.
La Musica è una grande protagonista della tua vita, l’hai incontrata spesso ed ad alti livelli.
Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi compositori, che hanno lasciato un segno nella cultura musicale del Novecento. Penso a Roberto De Simone e al magnifico lavoro fatto insieme ne La gatta Cenerentola, a Nicola Piovani che insieme a Mazzocchetti hanno reso indimenticabile la mia esperienza nel Don Giovanni di Scaparro e ad altri meravigliosi artisti, e soprattutto amici, come Peppe Barra, con cui condivido da anni il grande sogno de La Cantata dei pastori, opera cult natalizia. Sono in debito con Napoli, attendo di riprendere la tournée di Musicanti, il musical con le canzoni di Pino Daniele, rivelazione della stagione teatrale 2019/20.
Ho letto con passione ed attenzione il tuo nuovissimo manuale di dizione. La prima domanda che dèvo farti (rigorosamente con la e aperta) è: Cosa significa parlare/pronunciare bene l’italiano?
Ognuno dovrebbe potersi esprimere con la modalità più consona ed utile al momento, senza dover rinunciare per insipienza alla pronuncia corretta della propria lingua. In ogni nazione che si rispetti è stata concordata una ortoepia che si dovrebbe apprendere in fase di conoscenza della lingua parlata. Ciò agevolerebbe anche la scrittura. E soprattutto, forse, potrebbe abbattere le barriere linguistiche e le diffidenze/discriminazioni tra nord e sud Italia.
Perché e per chi è importante avere una dizione corretta?
Chi è, più o meno volentieri, costretto a parlare in pubblico si interroga su quale sia il modo più giusto, più incisivo, più adatto a colpire l’attenzione di chi ascolta. E’ la cosiddetta ars dicendi, ma sappiamo che non esiste una vera arte senza una grande consapevolezza tecnica del mezzo usato per compierla. Questo mio manuale vuole essere un prontuario, rapido e sintetico, di avviamento alla ginnastica della voce. E vuole cercare di essere utile agli attori come ad ogni operatore nel settore della comunicazione, della formazione e dell’ars oratoria, o a chi volesse semplicemente migliorare la propria qualità espressiva.
Studiare la Dizione va in contrasto con lo studio e la tradizione dialettale?
In un momento storico in cui si delega all’immagine la nostra forza oratoria, sarebbe bene recuperare attraverso l’arte dell’incontro quel potere della parola che agisce ogni volta che si riafferma. E parlando, aumentando il nostro vocabolario, fissando finalmente quegli accenti tonici che abbiamo avuto la leggerezza di non segnare sulle vocali designate, distinguendo le consonanti sorde da quelle sonore senza dubbi o prepotenze storico regionalistiche, potremmo finalmente unire linguisticamente con orgoglio una nazione che fa dell’incertezza e dell’approssimazione il suo valore. Pasolinianamente ammiro e difendo i dialetti nella loro sapiente bellezza, ma considerandoli una scelta e mai una condizione.
Com’è strutturato il tuo manuale La Voce Aperta?
Questo manuale, come dicevo, vuole essere solo un sussidio che prevede oltre all’insegnamento delle regole della dizione per parlare correttamente l’italiano, anche l’uso consapevole della voce nella respirazione, nell’emissione vocale, nel controllo delle pause, dei volumi, delle tonalità, del ritmo e nella conoscenza dei risuonatori, nostri naturali amplificatori. Ognuno possiede una voce capace di esprimere l’intera gamma di emozioni, stati d’animo e pensieri che vengono traghettati da noi stessi o dai personaggi che interpretiamo. Per questo si dovrà imparare a correggere i difetti di pronuncia per rendere il proprio eloquio più fluido, sicuro e gradevole, modulando e potenziando la voce nella sua naturale timbrica e conoscendo le infinite possibilità tonali, ritmiche ed espressive che essa contiene. Il libro contiene per questo anche esercizi e letture per un training quotidiano, con consigli di un caro amico foniatra, il Prof. Massimo Borghese, recentemente scomparso. In chiusura un capitolo dedicato alla poesia e alla lettura in versi, insieme ad un’appendice contenente locuzioni e termini latini.
Le tue lezioni in Action Academy come si svolgono?
Nel I Anno pongo l’attenzione sulla conoscenza del proprio apparato fonatorio e sulla sua gestione tecnica per una corretta e naturale emissione della voce. Individuazione delle dislalie e correzione delle stesse con l’ausilio di tecniche logopediche. Studio della dizione italiana ed esercizi per la sua corretta pronuncia. Eliminazione di cadenze dialettali, problemi di articolazione e di respirazione, al fine di rendere l’interpretazione dei ruoli affidati più sicura e comprensibile. L’allievo si concentrerà sulla lettura corretta di brani tratti da racconti e romanzi della letteratura nazionale ed internazionale e preparazione di monologhi tratti da opere famose teatrali e cinematografiche. Nel II anno invece le lezioni di dizione si concentreranno sulla poesia e sulla recitazione in versi, attraverso lo studio della metrica e della prosodia, nel rispetto delle cesure e delle variazioni tonali, timbriche e musicali. Viaggeremo nell’universo delle liriche italiane, attraverso la conoscenza dei rappresentanti più autorevoli e delle poesie scelte dal percorso creativo di ognuno.
Ho letto con piacere nel tuo manuale testi scritti dagli allievi di Action Academy, come mai?
Ho voluto condividere questo mio viaggio con i diretti interessati: gli allievi. Questo capitolo non è solo dedicato a loro, ma interamente fatto da loro. Non ha senso lavorare insieme se il docente non entra in relazione profonda con l’apprendimento del discente, o meglio ancora se l’apprendimento non viene messo in pratica in maniera creativa. E allora ho pensato che questa fosse l’occasione per far sì che alcuni dei miei allievi diventassero autori con me di questa parte del manuale scrivendo racconti riepilogativi delle regole della dizione. Hanno risposto a questo invito con grande fantasia e calore: li ringrazio per questa magnifica condivisione.
Come coniughi la tua professione d’attrice con quella di formatrice?
Vorrei trasmettere ai miei allievi quello che ho imparato dai grandi Maestri con cui ho avuto il privilegio di lavorare e condividere lo studio che ancora proseguo con la palestra quotidiana di allenamento a questo meraviglioso mestiere.
Insisti molto anche sul recupero del valore della poesia. Da cosa nasce questa passione?
La poesia è concretamente presente, attiva, viva e si muove al passo con i tempi. Deve agganciare lo strappo inquieto dei nostri giorni, vibrare di echi lontani risonanti nell’oggi, e per questo è comunicazione, ponte ideale tra anime. Va letta in una stanza tutta per sé, ma va anche condivisa, a voce alta o sussurrata perché diventi cerimonia collettiva. Credo fermamente che la poesia vada aperta ad una condivisione più consapevole, anche là dove il linguaggio e il significato si fa più oscuro, criptico, e per questo più misterioso. Di qui l’incontro con gli attori e le altre arti in un dialogo fecondo, a voce e cuore aperti!
E cosa diresti ad un giovane allievo che si appresta ad intraprendere la professione di attore?
Credo che la formazione sia alla base di una lunga carriera, altrimenti tutto sarebbe effimero e transitorio. Il lavoro d’artista è di aggiornamento continuo, di fatica quotidiana , una palestra di emozioni e tecnica. Quindi, rigore e passione, senza scorciatoie. Cito sempre ai miei allievi un verso di una poesia di Martha Medeiros: “Solo un’ardente pazienza porta al raggiungimento di una splendida felicità”.
Maria Letizia, grazie per questa chiacchierata, come piace dire a noi, sulle ali della poesia e ci vediamo in Accademia!
Grazie a te Luca, ma voglio anche ringraziare chi mi ha permesso la pubblicazione di questo Manuale, la casa editrice Capire Edizioni, Nicola Fano per la bellissima prefazione, i miei amati allievi ed Action Academy per questo lungo viaggio d’amore insieme.