Questa settimana abbiamo come ospite il talentuoso ed energico Achille Marciano, attore prolifico che si districa tra film al Cinema e serie TV quali Made in Italy, la fortunata serie italiana di Amazon. Siamo pronti per questa chiacchierata con Achille, che ci strapperà più di una risata.
Ciao, Achille! Hai fatto parte del cast della serie Made in Italy, in cui interpreti Gianni Versace. Cosa ci racconti di questa esperienza?
Made in Italy è stata un’esperienza magnifica! Tutti i set che un attore vive sono particolari e regalano tantissime emozioni, ma questo in special modo è stato davvero unico! Forse ciò è dovuto anche al modo in cui ho ottenuto il mio ruolo: tutti gli attori hanno un piano B, che per me era un lavoro manuale nell’officina di famiglia; un giorno è venuto da noi il produttore Pietro Valsecchi e ho avuto l’occasione di parlargli. È stata una chiacchierata schietta e molto aperta; poi Valsecchi mi ha fatto un video con il telefonino. Qualche giorno dopo la casting director mi ha contattato per un provino: con il passare dei giorni non speravo più in un esito positivo, ma poi mi ha richiamato dandomi appuntamento per un secondo provino. Era per il ruolo di Gianni Versace! In sole ventiquattr’ore ho cercato di immergermi nei suoi panni!
Com’è stata la tua preparazione per dare vita a Versace, un personaggio realmente esistito?
È stata fichissima! Già nel provino avevo colto il personaggio, anche perché mi ero guardato tutti i video che ero riuscito a reperire. Successivamente ho continuato a studiare i suoi video e mi sono letto la sua biografia. Da lì mi si è aperto un mondo!
Come cambia il lavoro dell’attore in una serie TV rispetto ad un film per il Cinema?
Per me non fa differenza che si tratti di serie TV, Cinema oppure Teatro. Il lavoro e gli strumenti con i quali mi approccio sono sempre gli stessi. Ovviamente nel caso di un personaggio esistito hai modo di lavorare meno di fantasia ma molto di più sulla ricerca.
Qual è stato il tuo percorso per diventare attore e raggiungere il successo?
Mi sono approcciato alla recitazione casualmente. In un villaggio vacanze sono salito su un palco e dopo aver sentito l’energia di calcare la scena, unita a quella che mi dava il pubblico, mi sono detto che non ne sarei più sceso. Da quel momento ho cercato una scuola di recitazione a Livorno, dove mi sono diplomato e dove sono entrato a far parte della Compagnia Teatrale Stabile. Verso i 30 anni mi sono trasferito a Roma, dove ho continuato a perfezionarmi. Hanno iniziato ad arrivare i primi ruoli nel Cinema, oltre che in TV con Made in Italy.
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Parli un sacco di dialetti. Li hai imparati appositamente per aumentare le tue skill attoriali?
In questo caso ho avuto un po’ di fortuna! Ho un buon orecchio: mi basta sentire un tipo di parlata e riesco a farla mia in maniera naturale. E mi diverto un sacco!
Sei stato anche regista, sceneggiatore e produttore con il tuo cortometraggio 99,9%. Com’è stato vivere il set sia davanti che dietro la macchina da presa?
È stato un delirio! Fare da produttore, scrittore, regista e attore mi ha messo a dura prova. Ho cercato di dare il massimo sotto tutti gli aspetti, ma ciò che mi ha aiutato è stato avere un’ottima squadra con la quale ho lavorato fuori e dentro il set. Questo è stato possibile grazie al mio amico regista Philip Thomas Morelli, il produttore esecutivo di 99,9%. Un tassello fondamentale è stato Amedeo Andreozzi, partner di scena e vero amico che non ringrazierò mai abbastanza. Per i due protagonisti mi sono ispirato a noi e alle tante avventure che abbiamo passato insieme.
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Com’è il rapporto con i tuoi fan? Sfrutti molto i social sotto questo punto di vista?
Il paradosso del mio essere attore è essere allergico ai FANS. (ride) Giuro che lo sono davvero, ma naturalmente mi riferisco ai farmaci (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, ndr). Scherzi a parte non frequento i social in modo accanito, ma cerco di essere sempre disponibile e di rispondere a tutti.
Fra i numerosi personaggi che hai interpretato qual è quello in cui ti rispecchi di più?
Ci sono due personaggi in merito a cui sono affezionato e in cui mi rivedo molto. Il primo è Luigino Semmolone che ho interpretato a Teatro in Miseria e Nobiltà. Il secondo è Andrea, il protagonista del mio cortometraggio 99,9%. Forse son i lati opposti della stessa medaglia.
Qual è il personaggio che sogni di interpretare un giorno?
Jimbo. Si chiama proprio così! Jimbo è il protagonista di una serie di libri dello scrittore Simone Giusti, che è anche un mio carissimo amico. Scrive da dio e i suoi libri si trovano tutti su Amazon. Jimbo vive a Pisa ed è un personaggio che non pensa, uno che compie le proprie azioni seguendo il puro istinto, come se fosse in un suo flusso che scorre senza fermarsi. E inoltre è un tossico! (ride)
Ci puoi raccontare qualcosa riguardo ai tuoi prossimi progetti?
È da poco uscito l’ultimo film di Paolo Taviani Leonora Addio, dove faccio un cameo. Sarò anche in Brado, l’ultimo film di Kim Rossi Stuart, dove interpreto un operaio bolognese. Infine ho lavorato su una serie ma è ancora troppo presto per parlarne. Nel frattempo sono impegnato con alcuni miei progetti, nati da quelle idee che ti vengono sotto la doccia.
E noi ringraziamo Achille per la sua simpatia, facendogli un in bocca al lupo per le sue prossime brillanti interpretazioni… in attesa che esca dalla doccia pieno di entusiasmanti traguardi!