Nella nottata tra venerdì e sabato scorsi le sontuose sale e gli splendidi giardini di Palazzo Brancaccio hanno ospitato un evento del tutto stellare: il compleanno di Gabriel Garko. Per il famoso attore però la festa è stata doppia: infatti Garko ha celebrato anche il trentennale della sua carriera.
Non è mancato niente di ciò che serve per presentare al mondo un traguardo così speciale. In un tripudio di vip e di spettacolo che hanno esaltato l’importanza dell’evento, anche noi eravamo lì tutti insieme a omaggiare Gabriel. Naturalmente non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione per fare una chiacchierata con la nostra amata star.
Ciao, Gabriel! Siamo qui a festeggiare i 30 anni della tua carriera, oltre che il tuo compleanno. Quali sono i ricordi più belli che ci vuoi raccontare?
Ho tantissimi ricordi belli. Sono particolarmente importanti i momenti dei traguardi più rilevanti. La mia carriera comunque è iniziata da tanti piccoli gradini che hanno formato una scala molto alta. Vado fiero di questo, per il semplice fatto che una carriera deve essere costruita step by step. Non mi piacciono le ascese troppo veloci.
Ho vissuto tanti momenti belli con persone particolari che mi hanno insegnato molto anche dal punto di vista professionale. Ma i momenti belli passano e li puoi dimenticare anche in fretta. Perciò soprattutto ricordo tanti momenti anche faticosi, perché magari mi hanno segnato in maniera indelebile. Sul set è sempre una grande fatica, ma è un lavoro che mi piace talmente tanto che mi concedo completamente.
Come hai iniziato il tuo percorso artistico? Cosa ti ha spinto a diventare attore?
Da piccolo andavo al cinema con mio papà e mi resi conto che si trattava di un mondo parallelo. Questo mondo offriva al pubblico la possibilità di avere due ore di evasione totale da quella che era la vita normale. Il Cinema mi affascinava tanto perché vivevi una vita che non era la tua. Questo discorso vale non solo per il pubblico che guarda i film ma anche per chi li interpreta, ed è per questo che sin da piccolino ho dichiarato fortemente di volere fare l’attore.
Vuoi ricevere informazioni sul nostro corso di recitazione? Clicca qui
Ci parli del tuo primo lavoro?
Il primo lavoro a cui ho partecipato era Vita coi figli di Dino Risi. Sul set c’erano Giancarlo Giannini e Monica Bellucci, io facevo una parte molto piccola. Incontrai Dino Risi a Milano, il quale mi propose il ruolo: è stata un’esperienza strana e particolare perché non avevo ancora studiato, però è stata anche molto avvincente.
Qual è stato il regista con cui sei trovato particolarmente bene sul set?
Mi sono trovato bene più o meno con tutti i registi con cui ho lavorato, perché ognuno mi ha dato qualcosa di diverso e mi ha insegnato qualcosa. Non puoi fare un paragone tra un regista e un altro, perché ogni film a cui lavorano è diverso ed è differente il ruolo che ricopri. La cosa importante è che ogni regista ti fornisca quello che di cui hai bisogno per interpretare ogni film al meglio.
Quali sono invece i film e le fiction in cui ti è piaciuto di più recitare?
Mi sono divertito tantissimo in Valentino, perché era un ruolo difficile. Dovevo anche ballare e non avevo nemmeno la controfigura. Poi è stato divertente e stimolante perché ero impegnato in qualcosa che ho dovuto imparare a fare per la prima volta. Ma ogni film o fiction a cui ho partecipato e il cui ruolo mi interessava mi ha lasciato qualcosa di bello.
Quali sono i tuoi gusti cinematografici? Cosa ti piace guardare?
Mi piace guardare tutto, perché da tutto c’è qualcosa da prendere. Dipende soprattutto dal momento: se ho bisogno di evadere guardo volentieri un film della Disney, perché devo proprio staccare e vedere qualcosa che nella realtà non esiste. Mi piacciono molto i film di fantascienza, quelli realizzati bene. Dato il lavoro che faccio mi piace guardare tutti i film da spettatore e non da addetto ai lavori, perché altrimenti rischi di guardare i film perdendoti la storia e tutto il resto.
Noi ti immaginiamo da sempre come un sex symbol, sono tanti i personaggi in cui sei apparso in queste vesti. Ma ci sono dei personaggi che non ha interpretato e che ti piacerebbe interpretare?
Ne Le Fate Ignoranti ho effettivamente avuto un ruolo che era totalmente fuori dai miei canoni. I ruoli come quello sono preziosi, rappresentano la sfida più bella. Ti ritrovi a doverti calare in qualcosa che è diverso da te anche a livello fisico, e questo mi piace un sacco.
Se ti interessa approfondire il lavoro dell’attore sul set ti consigliamo il nostro articolo: Come deve recitare un attore su un set cinematografico?
Ci sono dei colleghi con cui sei diventato amico al di là del set?
Sì, tanti. Magari con alcuni non ci frequentiamo assiduamente però non manca occasione per sentirci e c’è comunque un affetto che dura. Sono molto legato a Maria Grazia Cucinotta ed Eva Grimaldi, ma anche a diversi altri colleghi con i quali ho stretto una bella amicizia.
Ti piace la TV? Ne guardi molta? Cosa guardi?
La TV mi piace perché mi tiene compagnia quando sono a casa. La guardo volentieri e ci sono programmi che possono piacermi in misura diversa l’uno dall’altro. Tante volte poi si guarda la televisione anche per criticarla o per elogiarla.
Sei anche uno scrittore, hai scritto Andata e ritorno. Quali motivazioni ti hanno spinto a scrivere un libro? Dopo averlo scritto hai sentito l’esigenza di diventare uno scrittore e continuare a scrivere?
Diventare uno scrittore è un po’ esagerato, perché comunque si tratta di un lavoro a tutti gli effetti. Quello che mi capita è che mi possa divertire scrivere una storia in un momento in cui magari mi è venuta in mente. Così è stato quando ho scritto Andata e ritorno, che è una mia biografia lavorativa: infatti parla dell’andata verso il successo e del ritorno verso me stesso. Indubbiamente c’è una persona che mi aiuta in questo percorso, Gino Saladini, perché comunque non nasco come scrittore e non è assolutamente facile.
So che stai scrivendo un altro libro. Ce ne puoi parlare?
Si tratta di una storia che è nata dentro di me durante un viaggio in macchina da Roma a Milano. Questa volta è un romanzo, che ho già finito di scrivere insieme a Gino Saladini. Verrà pubblicato prossimamente e il titolo sarà Il giardino del tiglio.
Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi futuri progetti attoriali?
Al di là della scrittura ci sono naturalmente anche progetti di fiction, Cinema e Teatro. Però per scaramanzia non ti dico assolutamente nulla (ride).
Cosa consiglieresti ai giovani che intendono diventare attori?
Per chi volesse intraprendere questa carriera c’è una domanda che pongo sempre: vuoi diventare famoso o vuoi fare l’attore? Perché quando fai l’attore una delle conseguenze è il fatto di diventare famoso, se lo fai bene e se costruisci una bella carriera. Se invece qualcuno mi dice che vuole diventare famoso rispondo di cambiare totalmente tutto. Oggi con l’avvento dei social e di una televisione che è cambiata è molto facile avere cinque minuti di notorietà. Ma dico sempre che ciò ti può rovinare anche la vita in futuro, perché dopo aver assaggiato il sapore di essere famoso o comunque noto vieni destabilizzato. Quindi dipende tutto dal fatto se qualcuno voglia intraprendere il mestiere dell’attore perché lo sente dentro o se lo fa solo per la notorietà.
A noi non resta che ringraziare il nostro Garko per quello che ci ha raccontato e per quello che ci ha regalato attraverso le sue interpretazioni. Attendiamo trepidanti di rivederlo presto in azione e nel frattempo… ancora tanti auguri, Gabriel!
In copertina: Gabriel Garko con la torta della festa del suo compleanno (photo by Sara Galimberti)