Questa settimana ci occupiamo del metodo Strasber e di come abbia influenzato la recitazione contemporanea dall’Actor Studio ad oggi. Ne parliamo con Daniele Falleri, docente di recitazione in Action Academy.
Ciao Daniele, che cos’è il metodo Strasberg?
Il metodo Strasberg è un percorso formativo attoriale che attraverso una serie specifica di esercizi mirati ad accrescere consapevolezza e rilassamento fisico fornisce agli attori una tecnica per raggiungere velocemente ed efficacemente risultati espressivi diretti e coinvolgenti.
Il metodo Strasberg, conosciuto anche come “The method“, è stato elaborato negli Stati Uniti da Lee Strasberg sulla base della tecnica del russo Stanislavskij.
Ma Strasberg si spinse oltre ed adattò i precetti stanislavskiani alle esigenze dello showbusiness americano.
Con intuizioni dettate dalle sue personali esperienze ideò nuovi esercizi e rielaborò i percorsi di risveglio emotivo rendendoli più vicini alle richieste specifiche del mercato cinematografico statunitense.
Tale tecnica innovativa rese famoso in tutto il mondo l’Actors studio da lui fondato e tutt’ora punto di riferimento per attori e registi di tutto il mondo.
Se vuoi approfondire gli altri metodi di insegnamento della recitazione ti consigliamo il nostro articolo: Cos’è il metodo Meisner?
Come si applica il metodo Strasberg alla recitazione contemporanea?
“The method”, che Strasberg stesso ha modificato ed adattato nel corso degli anni, fornisce tutt’oggi le basi che sono i pilastri della recitazione moderna.
Il mondo, l’uomo, lo showbusiness sono in continua evoluzione ed il metodo si adegua e si aggiorna continuamente assumendo sfumature diverse anche a seconda delle personalità degli insegnanti e delle esigenze del mercato cinematografico che varia da nazione a nazione.
Il mercato dello spettacolo italiano, per esempio, ha esigenze contingenti specifiche, diverse da quello americano o inglese. Riuscire a fornire strumenti pratici ed efficienti mirati alla propria realtà è uno dei compiti del bravo divulgatore.
Uno degli elementi più evidenti del cambiamento del processo di costruzione di un film o di una serie televisiva dai tempi di Strasberg ad oggi, per esempio, è la velocità con cui si effettuano le riprese.
Negli anni del dopoguerra (l’Actors Studio è stato fondato nel 1947) fino agli anni ‘70/’80 per girare un film si impiegavano mesi ed il regista aveva tempo in abbondanza da dedicare agli attori.
Poteva permettersi il lusso di accompagnare un’attrice o un attore passo dopo passo nel percorso di costruzione di un personaggio.
Oggi, con l’abbandono della pellicola e l’avvento delle nuove tecnologie digitali, un film si gira in media in cinque settimane (25 giornate lavorative) e una puntata da 90’ di una serie Tv può essere realizzata in meno di due settimane di riprese.
Da qui la necessità di disporre sul set di attrici ed attori che siano già ‘formati’, cioè che abbiano già effettuato un approfondito studio su se stessi e sappiano come gestire il proprio strumento creativo modulandolo alle esigenze delle varie scene.
E tutto questo deve essere raggiunto in velocità e con il massimo del rendimento possibile.
Che tecnica di insegnamento utilizzi con gli allievi?
Professionalmente sono stato formato da acting coach americani tutti provenienti dall’Actors Studio (alcuni dei quali diretti collaboratori di Lee Strasberg) e nelle mie classi integro gli esercizi storici con altri esercizi elaborati dalla mia personale esperienza ventennale sul campo in qualità di acting coach.
Ho ben chiaro quale siano le reali esigenze del mercato italiano e fornisco agli studenti strumenti personalizzati per ognuno di loro mirati a renderli capaci di raggiungere i risultati prefissi in modo pratico, efficace e ovviamente veloce.
Il mio obiettivo è formare attrici e attori indipendenti che sappiano riconoscere ed adattare autonomamente la propria professionalità alle esigenze della scena e alle indicazioni del regista.
Adatto il mio personale metodo ad ogni singolo studente come un abito sartoriale, facendo emergere le personalissime potenzialità di ognuno di loro. Dato che saranno proprio le peculiarità dell’individuo a costituire i punti di forza che lo renderanno insostituibile.
Ai miei studenti dico spesso che il personaggio non esiste, è solo un insieme di parole immaginate da qualcuno che neppure conoscono.
Ma quell’entità astratta acquisterà un’identità e diventerà carne e sangue appena l’attore sarà in grado di ascoltare la supplica che il personaggio gli sussurra all’orecchio: “Ti prego, fammi vivere attraverso te e le tue emozioni.”
Allora non sarà più un’idea impalpabile ma avrà i suoi occhi, il suo sorriso, il suo corpo imperfetto, il suo modo di commuoversi o arrabbiarsi. E sarà unico.
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Che consigli vuoi dare ad un aspirante attore che voglia di specializzarsi in questo metodo?
Che si lasci guidare dalla sua passione e che sia disposto a mettersi i in gioco intimamente dando libero sfogo alle proprie fantasia e creatività.
Solo così riuscirà a far sentire la propria voce e a far risplendere i propri sogni. Ma perché ciò avvenga è necessario studiare, sperimentarsi con coraggio e applicarsi con disciplina. L’attore “tutto genio e sregolatezza”, se mai è esistito, di certo oggi non esiste più.