Oggi, 4 aprile 2022, è una data che tutti i cinefili italiani hanno segnato in rosso sul calendario. Già, perché dopo esserci abbuffati con la notte degli Oscar è il turno dei più importanti premi cinematografici italiani: i David di Donatello. In mattinata si è tenuta la conferenza stampa in cui sono state annunciate le nomination nostrane. Chi sarà riuscito a prenotarsi l’accesso all’agognata statuetta?
Prima di scoprirlo parliamo un attimo dell’importanza di questa edizione 67ª. Potremmo definirla l’edizione del ritorno.
Il ritorno della cerimonia di premiazione in presenza, dopo due anni in cui la serata di gala è stata martoriata dai collegamenti da remoto a causa del CoVid (ricordate registi e attori in smoking… in videocall da casa?). Il ritorno dei David nella casa dell’industria cinematografica italiana, gli studi di Cinecittà in cui la manifestazione non timbrava più il cartellino da qualche anno. Ci auguriamo il ritorno in sala del pubblico con grande schermo e popcorn da qui all’eternità!
Del resto alla conferenza stampa di oggi tutti i presenti hanno espresso lo stesso auspicio, a cominciare dal direttore di Rai 1 Stefano Coletta fino ad arrivare a Carlo Conti.
Il Carlo nazionale, abituato a condurre sempre da solo, quest’anno sarà affiancato dalla magnifica Drusilla Foer, nostra vecchia conoscenza, una luce fra le stelle che vedremo premiate.
E ora veniamo alle tanto attese nomination:
MIGLIOR FILM, la cinquina più importante, il top dell’eccellenza del Cinema italiano dell’ultimo anno. Ariaferma, il dramma di Leonardo di Costanzo con l’onnipresente Toni Servillo (quante volte lo nomineremo in queste cinquine!). È stata la mano di Dio, il film autobiografico di Paolo Sorrentino in cerca di affermazione dopo l’Oscar sfiorato in quel di Hollywood. Ennio, documentario d’eccezione di Giuseppe Tornatore sul maestro Morricone, leggenda delle colonne sonore. Freaks Out, l’avventura firmata da Gabriele Mainetti. Qui rido io, il teatro portato al cinema da Mario Martone.
MIGLIOR REGIA, la cinquina corrisponde perfettamente a quella del miglior film. Brillante! Staremo a vedere se fra i cinque registi appena citati ce ne sarà uno che riuscirà a portarsi a casa entrambe le statuette.
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE. La categoria che quest’anno ha visto Sorrentino protagonista oltreoceano da noi vede nominati invece Belfast di Kenneth Branagh, Dune di Denis Villeneuve, Il potere del cane di Jane Campion e Don’t Look Up di Adam McKay
Se ti interessa approfondire Don’t Look Up ti consigliamo il nostro articolo: DON’T LOOK UP: UNA COMETA DI OPINIONI DISCORDANTI
A completare la cinquina c’è proprio il giapponese Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi, che ha battuto Sorrentino proprio come miglior film internazionale agli Oscar.
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA, Elio Germano introduce con la sua performance America Latina nelle cinquine principali. A contendergli il premio ci sono Silvio Orlando (Ariaferma), Franz Rogowsky (Freaks Out), Filippo Scotti (È stata la mano di Dio), Toni Servillo (Qui rido io).
Interessantissimo lo scontro tra Scotti e Servillo, rispettivamente figlio e padre nel film di Sorrentino.
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA, esclusa Maria Nazionale (Qui rido io), abbiamo tutte new entry in questa categoria: Aurora Giovinazzo (Freaks Out), Miriam Leone (Diabolik), Rosa Palasciano (Giulia), Swamy Rotolo (A Chiara).
Miglior attore non protagonista, rieccolo, vi avevamo avvertito: Toni Servillo si candida anche in questa categoria per il suo ruolo in È stata la mano di Dio (e, se alla fine Scotti dovesse prevalere come miglior attore protagonista, potrebbe essere l’occasione per vedere premiati padre e figlio Schisa). Servillo è sempre in buona compagnia, con Fabrizio Ferracane (Ariaferma), Pietro Castellitto (Freaks Out) e Eduardo Scarpetta (Qui rido io), Valerio Mastrandrea (Diabolik).
Miglior attrice non protagonista, grande reunion della famiglia Schisa di È stata la mano di Dio con ben due nomination in questa ennesima categoria: Teresa Saponangelo e Luisa Ranieri.
Da Qui rido io arriva anche Cristiana Dell’Anna, mentre le altre due nominate sono Susy Del Giudice (I fratelli De Filippo) e Vanessa Scalera (L’arminuta).
Miglior sceneggiatura originale, Jonas Carpignano ha scritto A Chiara. Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella sono gli sceneggiatori di Ariaferma. Paolo Sorrentino si presenta anche per la sceneggiatura di È stata la mano di Dio. Nicola Guaglianone e Gabriele Mainetti concorrono con Freaks Out. Mario Martone e Ippolita Di Majo sono gli autori di Qui rido io.
Miglior sceneggiatura non originale, vede ben sei nomination invece delle canoniche cinque: questa particolarità è dovuta ad un ex aequo, cioè due film che hanno raggiunto lo stesso punteggio in fase di votazione.
Abbiamo quindi L’arminuta, La scuola cattolica, La terra dei figli, Tre piani (sì, c’è anche Nanni Moretti) e Una femmina, che dovranno stare tutti attenti a non farsi rubare il premio da Diabolik.
Per quanto riguarda le altre categorie abbiamo ancora tempo per segnalare la candidatura di Gianluca Jodice per il Miglior esordio alla regia, grazie al suo Il cattivo poeta incentrato sulla figura di Gabriele D’Annunzio.
Per il Miglior documentario, invece, oltre al già nominato Ennio di Giuseppe Tornatore abbiamo un altro nome del firmamento del cinema italiano: Marco Bellocchio, con il suo Marx può aspettare.
Un forte segnale da parte di due registi cardine della settima arte italiana, i quali lanciano un chiaro segnale d’amore verso una forma di Cinema, quella del documentario appunto, che può rappresentare un importante campo di espressione artistica per molti giovani aspiranti cineasti.
La faccenda è assai più rilevante se pensiamo che le produzioni originali delle piattaforme streaming battono sempre più spesso questo terreno.
E se questo corposo elenco di cinquine non vi è ancora bastato, siamo già in grado di rivelarvi il proclamato vincitore della categoria Miglior cortometraggio.
Proprio in questa sezione hanno partecipato anche i film realizzati dagli allievi di Action Academy. Ne approfittiamo per fare i complimenti al vincitore Nico Bonomolo con il suo Maestrale.
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Non c’è che dire: vedere apparire il titolo di tutte queste opere d’arte sul podio della conferenza stampa, sentire echeggiare il nome dei registi e degli attori più in gamba del Bel Paese, respirare la voglia di cinema da parte degli organizzatori dei David e del pubblico che ha seguito l’evento di oggi è stata una grande emozione. Tra i mille dubbi suscitati da una pandemia devastante e da una guerra sempre più prepotente, oggi sappiamo che il cinema ci potrà salvare davvero. O, se non altro, potrà distrarci per una serata fatta di tappeti rossi, star sorridenti e statuette dorate.
Perciò adesso cerchiamo di rosso sul calendario il 3 maggio, gran galà del cinema italiano. E nel frattempo corriamo a vedere (o rivedere) tutti i film nominati. I David sono tornati!