Lo studio dei Serials in Action Academy
Le più recenti evoluzioni in fatto di gusti preminenti e di modalità del consumo cinematografico hanno portato all’incontrastabile emersione dei serials, “le serie”, che nel torno di un paio di decenni hanno finito con l’occupare la posizione di vertice nell’organigramma di mercato dell’intrattenimento audiovisivo, riuscendo a far registrare incassi, e un grado di capillare diffusione nel mondo, da far impallidire il più blasonato cugino, il Cinema con la “C” maiuscola, quello che si fruisce in sala. Questo straordinario risultato è il frutto di una convergenza strategica mai vista prima di capacità di investimento, competenza cinematografica, e strategie di marketing e di comunicazione virtuale. Campagne promozionali di studiata efficacia, studio “scientifico” dei dati percentuali sui consumi mediatici, conoscenza sociologica delle tendenze del gusto e dei valori condivisi che possono “fare presa” sull’immaginario di miglia e migliaia di potenziali spettatori, sono solo alcune delle nuove competenze che, affiancando quelle cinematografiche più tradizionali, con questo tipo di produzioni sono diventate parte imprescindibile del bagaglio competenziale necessario al professionista che intenda operare in questo settore.
Per queste e molte altre ragioni lo studio dei processi di ideazione, realizzazione concreta, promozione e distribuzione dei prodotti seriali è diventato uno degli oggetti di studio ritenuti fondamentali nei programmi didattici dei corsi di Creatività e Produzione che teniamo presso Action Academy. La messa in onda del sedicesimo episodio della decima stagione della serie The Walking Dead diventa quindi una occasione di approfondimento per i nostri studenti che vogliamo condividere con tutti i nostri lettori, un po’ per fare il punto della situazione, ragguagliando appassionati e fans della serie sullo stato dei lavori e sulle ultime novità in materia TWD, un po’ per scandagliare e mettere in luce aspetti meno palesi delle strategia di scrittura sottese a questa articolatissima messa in scena.
Un episodio “mitico”
The Walking Dead 10x 16, l’episodio conclusivo della decima stagione della serie di punta della AMC, in questi mesi è diventato una specie di leggenda, chimera cinematografica per appassionati di serie tv e critici. Leggermente ritardato inizialmente per questioni di post-produzione l’episodio ha finito poi per scivolare ripetutamente sulla fanghiglia della pandemia, continuamente procrastinato, slittando infine fino alla fatidica data del 5 ottobre, data scelta dalla Fox per porre fine con la messa in onda all’attesa trepidante di migliaia e migliaia di appassionati sparsi in tutto il mondo. L’ultimo episodio della decima stagione viene finalmente rilasciato per la gioia, ma in una data in cui in tempi normali staremmo già scrivendo del primo folgorante episodio della stagione successiva, l’agognata stagione 11.
Spin-off e film: ultime novità dal mondo TWD
Già durante la pandemia si avevano avute avvisaglie della frenetica attività che agita dall’interno l’universo The Walking Dead e la prolifica fantasia dei suoi realizzatori con la messa in onda dei primi due episodi dello spin-off World Beyond, Teen Drama di ambientazione Zombesca incentrata sulle avventure di un gruppo di adolescenti che in cerca del padre di 2 di loro si avventurano nel pericoloso mondo infestato della serie principale, del suo parente più stretto Fear The Walking Dead. E a questo si aggiungono gli annunci di un ulteriore spin-off avente per protagonisti i soli personaggi di Carol e Daryl, che verrà rilasciata nel 2023, quello di una ambiziosa trilogia di film, di cui almeno uno destinato al circuito delle sale cinematografiche, avente per protagonista il mitico Rick Grimes, personaggio carismatico assoluto della serie, già in fase di lavorazione.
TWD 10.5 e 11.1
A inizio 2021 invece, verranno presentati sei ulteriori episodi intermedi tra la stagione 10 incipiente stagione 11, che i produttori considerano una specie di stagione 10.5, che essendo girati il periodo di protocolli e restrizioni suscitano non pochi interrogativi, visto che non potranno prevedere scene di massa e che quindi inducono a fare congetture su quella che ne sarà la atipica struttura. L’inizio riprese della stagione 11, quella conclusiva della serie principale, sono invece previste per luglio e se tutto va secondo i piani per l’autunno 2021 saranno disponibili sui consueti canali di distribuzione. Insomma per quanto l’amata serie principale The Walking Dead “andrà in pensione” dopo l’undicesima stagione non andrà in pensione il vasto immaginario che intorno ad essa si è costituito e stratificato, l’allucinante immaginario che ha creato e che conta così tanti adepti nel mondo, tenuto in vita come sarà dalla serie gemella Fear-The-Walking-Dead, per la quale non sono ancora previste limitazioni di durata o puntate conclusive, dai vari spin off e dalla trilogia filmica di Rick Grimes. Quindi cari fan sfegatati dormite sonni tranquilli: non solo non terminerà il vostro mondo preferito, ma persino molti dei personaggi che amate continueranno a tenervi compagnia a lungo. Né i tre film su Rick né lo spin-off dedicato Daryl e Carol sono concepiti come prequel, il che significa che le vicende narrante saranno contemporanee a quelle della trama principale, con le quali prevedibilmente in qualche modo si intrecceranno, e considerato che a fare da protagonisti saranno alcuni tra i più carismatici tra i personaggi del gruppo originario, il risultato finale sarà una sorta di espansione e prolungamento nel tempo dell’universo e dell’iconografia originale di The Walking Dead, che in fondo è l’intima speranza di ciascuno dei molti appassionati.
10×16: un episodio strategico
Dal punto di vista della struttura narrativa generale questo è un episodio strategico e cruciale, che da un lato ha l’importante compito di portare a termine un ciclo narrativo, quello che ha occupato tutta la decima stagione, e dall’altro deve creare tutte le premesse di situazione e narrazione che permettano di aprire il nuovo blocco di trama, la stagione 11, fornendo al contempo alcuni elementi di suspense, che lascino lo spettatore “in sospeso ” e praticamente lo obblighino proseguire la visione degli episodi a venire per sapere come andrà a finire.
Innanzitutto, quindi, troverà una sua definitiva conclusione il lungo conflitto che i nostri eroi hanno dovuto sostenere con l’orribile tribù dei “Sussurratori“, gli umani cannibali passati dal lato dei morti che, travestiti con maschere di pelle putrefatta, vivono e si spostano in mezzo alle mandrie di zombie, nutrendosi insieme ad essi dei propri simili.
Dal punto di vista delle dinamiche psicologiche dello spettatore era fondamentale portare a conclusione questo ciclo in maniera tale da consentirgli di creare un nuovo spazio immaginativo, una pagina bianca in cui ricominciare a scrivere da zero un nuovo capitolo della storia. A questa logica di conclusività rispondono anche i ritorni di Carol (Melissa McBride), sulla cui definitiva permanenza nel gruppo ci si interrogava da diverse stagioni, data la sua modalità errante e talvolta solitaria di esistenza, e di Maggie (Lauren Cohan) “assente giustificata” a causa del suo impegno professionale con la serie Whisky Cavalier.
Chiudere col passato, guardare al futuro: i personaggi e la loro sorte
Dal punto di vista della strategia di scrittura questi rientri di personaggi tanto fondamentali servono non solo a condurre al proprio definitivo approdo le sottotrame precedentemente aperte, ma anche per gettare le basi fondative della narrazione seguente, la stagione undicesima. Protagonista del nuovo ciclo di eventi, infatti, sarà tutto il gruppo originario e dunque con buon senso della strategia narrativa gli sceneggiatori provvedono a ricompattarlo in chiusura della stagione precedente, in modo che a narrazione ripresa, per lo spettatore, il quadro di partenza sia già definito e ben chiaro.
Una scelta che ha un suo significato preciso anche in relazione il consenso che si intende suscitare nei fan, dal momento che si tratta figure molto amate e che contano molti fan sfegatati.
Durante l’episodio troverà un suo proscioglimento anche la contrastata vicenda interiore di Negan (Jeffrey Dean Morgan), ex leader sanguinario dei Salvatori, che sceglierà finalmente da che parte stare candidandosi così a rivestire un ruolo rinnovato e di maggiore centralità nella stagione che deve venire, verso cui getta un ponte di significati nuovi.
La tecnica del “cliffhanger”: Eugene
Ma a creare la premessa narrativa più forte per la prossima stagione è il piccolo coupe de théâtre che gli autori ci regalano in chiusura con la cattura di Eugene (Josh McDermitt), anche questo amatissimo dal pubblico per la sua natura gentile e bambinesca, da parte di un gruppo armato fino ai denti e protetto da scintillanti armature antiproiettile bianche che richiamano per design quelle dei soldati delle forze imperiali del ciclo Guerre Stellari. Una strategia che risponde in maniera quasi scolastica alle regole del cosiddetto “cliffhanger”, la strategia di agganciamento dell’interesse del pubblico messa a punto a partire addirittura dai primi serials americani degli anni 10 come The Adventures of Kathlyn e The Perils Of Pauline, in cui si era soliti interrompere la narrazione in un momento cruciale per la sopravvivenza di uno dei personaggi principali, in maniera tale da invogliare lo spettatore a vedere il prosieguo, per sapere come andrà a finire.
Possiamo essere certi, infatti, che la liberazione di Eugene e il conflitto con l’orda di agguerritissimi suoi rapitori sarà il tema portante della stagione a venire, e al momento è la questione che maggiormente tiene sulle spine i fans (che quindi già pregustano la stagione successiva).
Un episodio di qualità
Bisogna poi dire che, per compiacere la sete d’orrore dei fans, gli autori in questo finale di stagione non lesinano sul piatto forte della serie: gli Zombie putrescenti, i nostri beniamini, infatti, dovranno attraversare l’immane mandria di “vaganti” che i Sussurratori capeggiati da Beta (Ryan Hurst) hanno condotto fino a loro circondandoli su tutti i lati e faranno un vero e proprio bagno di folla tra le carni imputridite dei non morti, in lunghe scene “ad alto coefficiente di rischio”. La lunga scena in cui i nostri beniamini e i Sussurratori si danno reciprocamente la caccia mescolandosi a una vera e propria fiumana (dis)umana di orridi zombies è tutta giocata sulla creazione di una suspense costante, basta un movimento fuori posto, o un colpo di tosse per essere smascherati nella propria natura umana ed essere sbranati all’istante. L’impossibilità di comunicare per via verbale impone un silenzio assordante, in cui risuonano solamente gli orridi gargarismi dei morti viventi, che contribuisce non poco ad acuire lo stato tensionale della scena, mentre sullo schermo centinaia di mandibole sdentate e purulente e mani scheletriche sfiorano i volti e i corpi dei sopravvissuti esponendoli a una minaccia continua. Un montaggio alternato che continuamente spezza la scena per mostrarci le simultanee vicissitudini di altri personaggi, come Gabriel e Maggie, impegnati su altri fronti di combattimento, contribuisce a dilatare la durata nel tempo di questa scena madre, prolungando lo stato di tensione dello spettatore per quanto più tempo possibile.
Anche la morte di Beta, leader dei Sussurratori, è una delle punte dell’episodio, il momento più visionario e onirico dal punto di vista dell’immagine, un momento di ripugnante allucinazione.
Ovviamente la soddisfazione piena dello spettatore è garantita dai consueti ed elevatissimi standard produttivi che caratterizzano la serie AMC, effetti speciali all’avanguardia, zombie credibilissimi e reali, il montaggio curatissimo e altamente ritmico cui i provetti montatori ci hanno abituati, la superiore qualità fotografica delle immagini, che ormai è uno dei marchi distintivi di TWD.